29 novembre 2005

soggettiva

vedo sempre lo stesso posto, la stessa gente.
entra uno nuovo, tutto coperto e trema appena.
ha freddo anche se qui dentro i riscaldamenti vanno a mille, è l'effetto dell'adrenalina.
si agita e urla qualcosa, la gente in fila si gira a guardarlo, qualcuno sviene, altri cadono in ginocchio.
io continuo a guardare la scena.
un uomo in divisa e giubbotto antiproiettile interviene. si guardano e gridano, si guardano negli occhi e gridano, ma non posso sentire cosa.
uno è pagato poco, l'altro disperato, entrambi armati. dovrò essere testimone di chi sarà il più veloce a sparare.
sono una telecamera a circuito chiuso, d'altra parte. in bianco e nero e senza audio.


on air/johnny cash::personal jesus (depeche mode cover)
ricki gianco & robert wyatt::hasta siempre comandante

24 novembre 2005

don't touch don't look don't feel

c'è sangue sul tetto della mia casa in urano
un cane ha abbaiato alla luna ed è venuto giù il cielo
sono stelle sul selciato
i resti di un parabrezza rotto.

on air/nickel creek::best of luck

21 novembre 2005

italian digital (in the eye)

ho un rapporto con la spiritualità difficile da decifrare, provando a fare daimoku, il mio corpo astrale mi ha messo un dito nell'occhio. forse era l'intonazione del "nam myoho renge kyo" che non gli piaceva, vàssapere..

proprio belli, atmosfere lievi, levigate e senza fare uso di tecnologia digitale, si chiamano infatti american analog set e sull'almanacco di bradley c'è un loro intero concerto.

on air/american analog set::hard to find

18 novembre 2005

fuori continuity

Un cappotto al posto della lingua, il cuore nelle scarpe, prese tutto il coraggio che gli restava, si alzò, ci camminò sopra. E si spogliò simbolicamente della proiezione di Marylea che gli era rimasta addosso e, materialmente, di vestiti sporchi e maleodoranti. Una doccia non l'avrebbe rimesso in sesto ma almeno sarebbe potuto restare accanto a se stesso senza turarsi il naso.
Quando era un ragazzo che si grattugiava le ginocchia sull'asfalto del playground giocando a pallacanestro con i suoi amici del quartiere, rimaneva tanto di quel tempo, immobile, sotto l'acqua calda e col viso all'insù, a bruciare, che la mamma ogni volta doveva chiudere il rubinetto del boiler per farlo smettere. E poi gli urlava contro per troppo tempo, a suo avviso. Si dileguava uscendo dalla finestra della sua camera al pian terreno, lasciandosi alle spalle vapore ed ire materne. Insieme a Marv formavano la coppia di guardie bianche più lente, litigiose, rompicoglioni, fallose e più forti che quel campetto all'aperto avesse mai conosciuto, e i loro compagni di colore non potevano fare altro che provare a saltare più di loro, schernendoli, schiacciare dopo piroette ed avvitamenti spettacolari, battere cinque nei modi più originali, ma quando si trattava di provare a fermarli non c'era proprio verso. Gli concedevano spazio e quelli tiravano e segnavano, gli stavano addosso e quelli passavano come nessun nero sapeva fare, pressavano e quelli penetravano e scaricavano dopo finte che il diavolo stesso, dopo numerosi clinics, ancora era lungi dal concepire. Mel era un tiratore mortifero, lento e macchinoso ma con un senso del ritmo ed una percezione della velocità dell'avversario degni di un giocatore veterano, a Marv invece piaceva andare a prendere posizione vicino al canestro quando era marcato da uno grande come lui. Col fisico e un po' di cattiveria agonistica riceveva la palla e allora sfoggiava un repertorio di movimenti atipici, finte, tiri sottomano, parabole altissime e improbabili carambole usando il tabellone che finivano sempre dentro. E gli amici a bocca aperta, massimo rispetto, cinque alto e pacche sul culo. E tanti dollari quando crebbero e cominciarono a giocare per scommessa...

on air/the moore brothers::air and I

15 novembre 2005

carichi (indie)pendenti

una polluzione notturna è un po' come farsi l'amore addosso.

on air/the notes & the scratches::the hours
         dogtraders::minister and man

12 novembre 2005

io non sono razzista

(piccolo estratto da una lettera al mio amico dracs in occasione del suo quarantesimo compleanno):
(snip!)..ieri ho passato più di un'ora collegato col satellite che mi dava immagini di roma ad ogni click sempre più definite e ravvicinate un'ora a guardare il mio quartiere così piccolo, il mio palazzo (col doppio degli abitanti di castelguidone) così minuscolo, la mia vita così irrilevante vista dall'alto. e se penso ad un satellite immaginario collegato con gli avvenimenti odierni che mi dia la prospettiva storica, politica, reale, non credo che i giovani francesi abbiano tutti i torti. se penso alle politiche coloniali, ai disastri dell'urbanizzazione, ai progetti urbanistici approvati solo in funzione del profitto che diritto ho io di censurare la rabbia di un giovane magrebino? l'altra sera a ballarò rocco buttiglione ha cercato di rassicurare gli italiani che una simile situazione è improbabile, perchè il nostro paese è multicentrico, cioè è costituito da tanti piccoli e medi centri, non da grandi città (ma..e roma? milano? torino? genova? napoli? palermo? non credo sia una questione di quante persone ci siano in una periferia ma di quanto siano disperate)..dice che lui l'italia la conosce bene, per questo comincio a farmi un giro verso carsoli, chè lì pare che le case ancora costino poco. e di seguito pensare al compagno cofferati e al concetto di legalità mai disgiunto da quello di giustizia. io caro dracs le ruspe le avrei usate per radere al suolo le ville dei palazzinari, dei condonati e dei condonanti, costruite con soldi fatti in maniera ingiusta e illegale. e ci butterei pure il sale sopra. anzi, meglio, le trasformerei in scuole e centri d'accoglienza. quarant'anni fanno anche pensare a questo, non ad una sconfitta ma ad un'irresistibile voglia di continuare a.
ieri il mio amico dracs ha compiuto quarant'anni..beh..auguri.
ps e comunque la vita un'altra opportunità ce l'ha concessa, magari le nostre figlie ci riescono davvero a farla la rivoluzione.

io non sono razzista
pensavo stanotte prima di addormentarmi
io non sono razzista
e visto che stamattina mi sono accorto che nottetempo l'hanno fatto di nuovo, stavolta narcotizzando me, mia figlia e mia moglie penso che, no..
io non sono razzista
hanno rubato i soldi che mi servivano per arrivare a fine mese lasciandoci tutti col culo per terra ma
io non sono razzista
e anche il cellulare che mi serve per lavorare (sottolineo lavorare) tutti sapppiano che io, no..
non sono razzista
bianco, nero, giallo
io non sono razzista
italiano, rumeno, albanese o chiunque tu sia stato, se mi fossi accorto e svegliato ti avrei spaccato comunque la faccia.
stronzo.

10 novembre 2005

(*) anche antonella elia, però..

quel vecchietto lo vidi una volta che parlava con la macchinetta del fast pay al supermercato, forse rispondeva per educazione. qualcuno ha sbagliato a scrivere il suo nome sull'annuncio funerario il che mi fa pensare a quanto sia stato sempre frainteso.

qui la seconda parte della complete idiot’s guide to genesis, dove c'è un pezzo di quasi trent'anni fa cui mi riferivo di qua

altre associazioni con vecchi post ieri sera durante la baruffa tra antonella elia e daniele interrante.

ho scritto una mail a chiaraaa per informarla di una cosa tennologgica..lei m'ha risposto, assai gentile, con tutt'altri argomenti. mi piace quella donna. si sappia.(*)

8 novembre 2005

crushed like a bug in the ground

Shell smashed
Juices flowing
Wings twitch
Legs are going
Don't get sentimental
It always ends up drivel
One day I am gonna grow wings
A chemical reaction
Hysterical and useless
Hysterical and...
let down and hanging around
(radiohead_let down)


è rosso
sotto la pelle
al centro della terra
sotto gli occhi ancora bagnati di pianto
il mio cuore.
un inferno.


on air/un pugno di covers..

herbie hancock::all apologies (nirvana cover)
evanescence::heart shaped box (nirvana cover)
the bad plus::smells like teen spirit
tori amos::karma police
tori amos::smells like teen spirit
offthebeat::let down (radiohead cover)

4 novembre 2005

blog the casbah (splinder è rock?)

l'attacco a splinder mi ha fatto pensare ad un piccolo tutorial su come mettersi in proprio. non che abbandonare la piattaforma splinder, blogspot o qualsiasi altra, possa mettere al riparo da attacchi, ma vivere nascosti talvolta può aiutare, attaccare infatti una piattaforma che ospita migliaia di blog sicuramente ricompensa il cracker con una visibilità maggiore rispetto all'attacco di un sito singolo, e soprattutto responsabilizza maggiormente rispetto le problematiche della sicurezza in rete, dato che si diventa gli unici artefici del proprio blog.
con questo non voglio assolutamente dire che splinder faccia schifo, tutt'altro, resta la piattaforma ideale per chiunque voglia mettere su un blog in cinque minuti anche senza, o con poche, nozioni tecniche, prova ne è il numero dei blog ospitati, e per questo, a mio parere, merita gratitudine.
primo passo: registrarsi su altervista avendo così a disposizione uno spazio gratuito che supporti il PHP. 100 mb di spazio sembrano pochi ma in realtà permettono di pubblicare molti contenuti in forma testuale.
secondo passo: scaricare da qui il file compresso di un programma abbastanza semplice, leggero e tradotto anche in italiano, simplePHPblog che non richiede perl nè database mysql al contrario dei content management system più conosciuti come wordpress o movabletype.
terzo passo: decomprimere il file.
quarto passo: con una sessione ftp, caricare sullo spazio ricevuto da altervista i file decompressi. e qui apro una parentesi: io ho scompattato il file in una directory che ho chiamato /blog ed ho fatto l'upload dell'intera directory cosicchè, ad esempio, l'indirizzo di BTT è risultato essere http://stillpoint.altervista.org/blog. per avere invece un indirizzo del tipo http://vostronickname.altervista.org bisogna scompattare il file in una directory vuota ma successivamente fare l'upload, nella directory principale di altervista, di un elemento (files e cartelle) alla volta. altra piccola precisazione: in un qualsiasi programma ftp come questo oppure questo, nella barra degli indirizzi si scriverà vostronickname.altervista.org, nello spazio per il login il vostro nickname, la password del vostro accesso ad altervista ed il numero della porta 21, dopodichè, una volta connessi sarà possibile fare il caricamento dei files di simple blog.
quinto passo: lanciare il browser preferito (la mia assoluta preferenza va a firefox) e digitare l'indirizzo del sito.
sesto passo: seguire le istruzioni che compariranno sul video.

inoltre qui si possono trovare informazioni, templates e risorse in italiano. su questo forum è possibile collaborare al progetto, trovare altre informazioni oppure chiedere assistenza, sempre in italiano. sul blog di deMo ci sono risorse sui fogli di stile ed alcuni templates. infine qui un tutorial in italiano sui CSS, per chi volesse cimentarsi nella creazione o nella modifica di templates.

on air/rachid taha::rock the casbah

2 novembre 2005

from genesis to exploitation

mi copro con le note della mia infanzia
c'è già la reclame del panettone in tivvù
ed io comincio ad avere freddo..

quel che succede qui dal minuto 4 e 46 al settimo e zero due m'ha sempre fatto pensare allo stato d'animo di gesù nel tempio, chissà perchè..

650.000 morti, più di un milione di mutilati, senza contare il danno biologico per vedove e orfani. questo il prezzo della prima guerra mondiale, oltre, altra cosa non di poco conto, alla creazione di un terreno favorevole all'avvento del fascismo. a voler fare i conti con la nostra storia, il 4 novembre io non festeggio.
semmai mi metto il lutto..

vi eravate accorti di splinder violato?

update..on air/arcade fire::cold wind.. colonna sonora di 6 feet under, in tema col freddo e con il lutto di cui sopra.