18 novembre 2005

fuori continuity

Un cappotto al posto della lingua, il cuore nelle scarpe, prese tutto il coraggio che gli restava, si alzò, ci camminò sopra. E si spogliò simbolicamente della proiezione di Marylea che gli era rimasta addosso e, materialmente, di vestiti sporchi e maleodoranti. Una doccia non l'avrebbe rimesso in sesto ma almeno sarebbe potuto restare accanto a se stesso senza turarsi il naso.
Quando era un ragazzo che si grattugiava le ginocchia sull'asfalto del playground giocando a pallacanestro con i suoi amici del quartiere, rimaneva tanto di quel tempo, immobile, sotto l'acqua calda e col viso all'insù, a bruciare, che la mamma ogni volta doveva chiudere il rubinetto del boiler per farlo smettere. E poi gli urlava contro per troppo tempo, a suo avviso. Si dileguava uscendo dalla finestra della sua camera al pian terreno, lasciandosi alle spalle vapore ed ire materne. Insieme a Marv formavano la coppia di guardie bianche più lente, litigiose, rompicoglioni, fallose e più forti che quel campetto all'aperto avesse mai conosciuto, e i loro compagni di colore non potevano fare altro che provare a saltare più di loro, schernendoli, schiacciare dopo piroette ed avvitamenti spettacolari, battere cinque nei modi più originali, ma quando si trattava di provare a fermarli non c'era proprio verso. Gli concedevano spazio e quelli tiravano e segnavano, gli stavano addosso e quelli passavano come nessun nero sapeva fare, pressavano e quelli penetravano e scaricavano dopo finte che il diavolo stesso, dopo numerosi clinics, ancora era lungi dal concepire. Mel era un tiratore mortifero, lento e macchinoso ma con un senso del ritmo ed una percezione della velocità dell'avversario degni di un giocatore veterano, a Marv invece piaceva andare a prendere posizione vicino al canestro quando era marcato da uno grande come lui. Col fisico e un po' di cattiveria agonistica riceveva la palla e allora sfoggiava un repertorio di movimenti atipici, finte, tiri sottomano, parabole altissime e improbabili carambole usando il tabellone che finivano sempre dentro. E gli amici a bocca aperta, massimo rispetto, cinque alto e pacche sul culo. E tanti dollari quando crebbero e cominciarono a giocare per scommessa...

on air/the moore brothers::air and I

7 commenti:

  1. Pura ed assoluta poesia.

    Una cestista adorante.

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  2. alkanette..in un modo o nell'altro, in questa o im un'altra vita, magari c'incontreremo..e giocheremo insieme. in questa cosa qua c'è molto "chi non salta bianco è", se non l'hai visto pressa il tuo pusher di dvd.

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  3. meriggio..il film? allora qui ci trovi la scheda del film, mentre qui ci trovi il giudizio del pubblico.

    una coi miei amici c'incontrammo per andare a vederlo al cinema, indossavamo tutti un trench bianco e mi ricordo che facemmo un discreto casino in sala.

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  4. mi taglia i commenti..splinder ha sbroccato?

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  5. questo era un tiro da 3, still. :) ciao

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  6. il mio buon, vecchio still...:)

    Un bacio.

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