22 giugno 2006

(incu)bus terminal

la cravatta slacciata sul colletto della camicia,‭ ‬le maniche arrotolate, capelli inumiditi e ravviati indietro‭ (‬alcune ciocche dissenzienti si godono il vento dal finestrino completamente abbassato) ‬in viaggio o in fuga c'è differenza?



on air/XTC::dear God

5 commenti:

  1. secondo me la differenza la fa solo il finestrino...

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  2. conosci gli incubus?

    drive è uno dei pezzi che ascolto spesso (e, molto, volentieri)...

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  3. ah, fondamentalmente no, credo.

    in entrambi i casi, si lascia sempre dietro qualcosa...


    detto questo, sempre per la serie "le coincidenze", in questi giorni che sono tornata da un viaggio, appunto, ho commentato dicendo che un viaggio poi, si rivela sempre una piccola fuga, seppur inconsapevole...

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  4. non so, credo ci sia una differenza di fondo tra il viaggio e la fuga. Nel viaggio è ben chiara la meta, nella fuga è ben chiara la partenza. nel primo, in teoria, ci si muove verso quella meta, nella fuga non c'è meta, si avanza alla cieca, si sente solo l'affanno, la corsa, il desiderio di andare altrove, magari anche la paura, una paura che diventa coraggio.


    però, poi, se mi fermo e non rifletto, dico "no, non c'è differenza". ci sono viaggi come fughe e fughe che diventano viaggi. ci sono viaggi senza meta.

    e forse viaggiamo e fuggiamo sempre.

    e forse fuggendo viaggiamo

    e viaggiando fuggiamo...


    Però so che su quel pullman ti avrei guardato, bellissimo uomo.


    (anche io *ti vedo*)

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  5. emi..bella analisi.

    e.l.e.n.a. 1..possiamo quindi azzardare l'ipotesi che chi ha paura di viaggiare, inconsapevolmente non fugge e quindi è una persona coraggiosa, in realtà?

    e.l.e.n.a. 2..vado alla ricerca di drive.

    tinapika..è un periodo che vai subito al sodo.. bello.

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