30 settembre 2009

il bello delle cose semplici




mia moglie esce molto presto al mattino per andare a lavorare, mia figlia si sveglia quando sente chiudersi la porta e si riaddormenta solo se ..
non male andare a letto la sera con una donna matura, peraltro molto attraente, e risvegliarsi al mattino con accanto una più giovane di trentacinque anni :-)
aspetto l'uscita del disco per parlarne in maniera più approfondita, ma il singolo di Giuliano Dottori è un gioiello, semplice, brillante.

on air/

giuliano dottori : : chiudi l'emergenza nello specchio

photo : : quelquechose

28 settembre 2009



c'era lei, lei e pure lui .. c'era gente, credo sia stata bene
spero abbia passato una bella serata, quantomeno per il posto
o per il vino
poi, se le nostre cose son piaciute,
tanto meglio

la chiusura (per chi è dovuto andar via prima del bis) è stata


the wire è un telefilm, probabilmente il più bello dell'intera storia delle serie televisive.
gli sceneggiatori, ad un certo punto, disegnano, delineano un personaggio particolare, marginale, forse
ma terribilmente funzionale a quel messaggio "politico" che ormai solo la scrittura seriale consente:
un killer di colore, nùiorchese, molto elegante, colto, ma pur sempre un killer. il più feroce.
c'è un dialogo tra il killer e il suo luogotente, al contrario greve e poco incline alla cultura, che fa all'incirca ..

"sai qual'è la cosa più pericolosa oggi in america?"
"no, qual'è?" risponde il tirapiedi, rimettendo nella fondina la sua 44
"un negro con la tessera della biblioteca"

perchè, è vero, chi legge è pericoloso,
anche se, secondo noi, è più pericoloso chi legge in pubblico

noi siamo Oil4Brains
benzina per cervelli ..

alla prossima

25 settembre 2009

spappolamento del nocciolo della questione (post surreale)

ti sparo.

oddio! no .. perchè proprio a me?

sei come gli altri, quindi ti sparo

ma perchè .. io sono uno regolare, io lavoro. che c'entro?

che lavoro fai?

ehm .. disegno icone

???

icone .. quelle del computer

e che lavoro del cazzo è? a che serve .. il genere umano ci ha messo millenni per passare da una comunicazione elementare fatta coi disegni ad una più articolata .. il linguaggio. e tu disegni icone .. perchè? a che servono?

per fare prima

prima cosa?

il tuo lavoro .. fai prima quindi guadagni di più, capito?

io sono un dipendente ..

allora guadagnerà di più il tuo padrone

vedi che faccio bene? adesso ti sparo

oh cazzo! .. almeno ad una gamba

va bene

attento a non colpire l'arteria femorale

va bene

 .. anche il nervo

va bene

e neanche l'osso

va bene

ah .. nemmeno il muscolo vasto mediale che poi è difficile da riabilitare

piantala, sei un medico?

sì, anche ..

che vuol dire "anche"?

ho un piccolo ambulatorio clandestino

e che ci fai?

ci ricucio malviventi reduci da scontri a fuoco con la polizia che non potendo rivolgersi a strutture ospedaliere per ovvi motivi, si rivolgono a me che con un piccolo sovrapprezzo tengo la bocca chiusa.

ti sparo

aspetta!

cosa?

ti do soldi

non li voglio

coca?

no grazie

donne?

nemmeno

ragazzi?

uffa .. no

cosa vuoi allora?

 .. spararti?

aspetta, ce l'ho una cosa
(si gira, apre un cassetto e senza farsi vedere tira fuori una pistola)

bang!

bang!

giacciono a terra entrambi
in un bagno di sangue
la polizia liquiderà l'accaduto come esito di lite per futili motivi, oppure doppio omicidio di natura passionale maturato in ambiente condominiale, come ce n'è tanti. al giorno d'oggi ..


on air/

volcano choir : : Island, IS

22 settembre 2009

la fantasia dei popoli non viene dalle stelle

sventolano il tricolore
stringendo nel mentre alleanze con coloro che il paese lo vogliono diviso
i morti in guerra
li celebriamo nella aule
trenta bambini affollati in una classe, che si chiedono il perchè di quel silenzio, ma solo per un minuto
e nessuno gli risponde.
chiamiamoli pure eroi
ma i combattenti, i resistenti
caduti dall'impalcatura di un cantiere irregolare rimangono lì, con la faccia nella polvere 

sventolano il tricolore
ma i loro soldi li portano all'estero
hanno macchinoni tedeschi
cellulari svedesi
sushi giapponese
sigarette americane
solo le canzoni, napoletane.
delle scorie radioattive nel nostro mare
delle armi e dei rifiuti tossici in africa, degli omicidi di chi sapeva tutto
appena una parola, dopo quindici anni, nei Tg.
come se anche per Ilaria dovessimo innalzare un tricolore, inevitabilmente sbiadito, però.
quasi che per tutti i loro delitti
dovessimo alzare bandiera bianca.

on air/
melissa mc lelland : : factory (springsteen cover)

13 settembre 2009

straight to hell



eppure
io mi ricordo
ed è un ricordo vivo, le immagini, i suoni e gli odori sono ancora lì
ogni tanto qualcosa me li riporta in superficie, dentro.
due note di una canzone suonata dal busker giù, sotto i corridoi della metro, oppure quando cammino per le vie del centro di roma o se mi fisso a guardare il cielo fuori dalla città.
chè qui ormai l'inquinamento ti confonde ogni colore, sbiadendolo.
eppure
una volta era proprio azzurro, il cielo, la mattina d'inverno che traversavo centocelle a piedi per andare a scuola. le mattine d'inverno, quando un po' di tramontana ripuliva l'aria, e respiravi a fondo l'eccitazione fredda dell'adolescenza.
e tutto mi sembrava così leggero, anche le assemblee, i collettivi e le manifestazioni tutti assieme.
era un vivere leggero, davvero.
eppure ..
in questi giorni così pesanti
ancora oggi
continuano a chiamarli anni di piombo.

on air/

lily allen : : straight to hell (clash cover)

the national : : clampdown (clash cover)

2 settembre 2009

the streets, the field and my age

osservo il giovane pakistano o forse bengalese, mi passa davanti alla guida di un vecchio furgoncino mercedes, porta la frutta. come tutti i furgoni attempati, perde olio.
lei cammina sul marciapiede non leggera nè disincantata, consapevole del suo culo esagerato che esibisce appena coperto da jeans corti e stracciati ad arte.
lui invece mi guarda distratto, fermi, assieme, al semaforo. negli occhi l'espressione tipica del giovane proletario, avremmo detto un tempo. un lavoro del cazzo per una paga misera, la roma che continua a perdere, ma .. 'sticazzi! c'ho la smartina nera nuova nuova, presa a rate che se mi licenziano come faccio? .. 'sticazzi, intanto ce l'ho!
di fronte a noi un altro poveraccio che rimedia qualche spicciolo facendo il giocoliere ai semafori, litiga coi lavavetri, certe volte, oppure col vecchio, storico venditore di fazzolettini (che dice che ci si è comprato casa con quella cosa là).
dall'altra parte della strada arriva un altrettanto giovane manager macrobiotico, giacca, cravatta e bicicletta. anzi citybike. occhiale scuro, espressione mooolto sicura di sè.
proprio un bel quadretto .. penso.
il ciclista non riesce a staccare lo sguardo dal culo esagerato, non vede la macchia d'olio, la ruota della bici derapa, sbanda, il disgraziato perde il controllo del mezzo e rovina contro il giocoliere ..
certe facce non si dimenticano facilmente. così è per l'espressione del proletario romanista fermo al semaforo, il suo sguardo assente, puntato impotente verso la parabola che la clavetta ruotando impazzita nell'aria fa verso il cofano della sua smartina nera nuova nuova. poi il boato. subito dopo il verde.
me ne vado, felice di andare per i cinquanta.


on air/

the streets : : could well be in

the field : : a paw in my face