28 novembre 2009

the hen's look

dalla sponda adriatica, per tornare, decido di fare la flaminia, odio le autostrade, così anonime, diritte, dirette, troppo, peggio di un insulto. mi piace prenderla per il culo, a me, invece, la gente. così come mi piace guidare sulle statali, magari più lunghe e tortuose, ma piene di storia. piene di storie, ad ogni curva, ogni tornante, per ogni volta che sei costretto a mettere il piede sul freno, se la ascolti attentamente la strada, te ne racconta una.
dalla fine della pianura vedo l'appennino. sale e serpeggia mentre ti porta su.
è ora di pranzo, non c'è nessuno tranne me e un sole alto che contrappunta aria ancora fredda e limpida, e c'è la strada vuota davanti. guardo su e lontano vedo un punto che arranca lento lungo i tornanti, prevedo almeno una decina di minuti di andatura serena prima di trovarmelo davanti, essere costretto a rallentare e respirare la sua puzza. è un TIR, carico di chissà che cosa, si direbbe dalla fatica che fa.
anch'io ho arrancato nella vita, lento, sbuffando appena possibile, carico di pesi dei quali avrei fatto volentieri a meno. era come andare sempre in salita, così come a fatica, piano piano, mi sono ritrovato finalmente libero.
certo .. l'azienda è fallita, nemmeno la cassa integrazione, il padrone (un galantuomo, s'è detto per anni) negli anni (anche lui pian piano) ha trasferito chissà dove i nostri fondi pensione e le nostre liquidazioni, ha smesso di pagare i fornitori, i contributi, le tasse ed è partito. lui. mica sulla flaminia in macchina, magari sul suo jet privato.
io invece, mi sono ritrovato senza più lavoro, pensione, tieffèrre, casa e moglie ..
già perchè di solito le donne, loro, piano piano (al contrario) non ci riescono. subito, immediatamente tagliato come improduttivo ramo d'azienda del suo cuore.
"un fallito", mi ha detto, "certo mica un numero uno ma almeno un uomo nella media avrei meritato nella vita".
testadicàzzo
la media degli operai in questo paese è con il culo a terra, e tu mi promosso a primo fra gli sfigati, vedi
testadicàzzo
che in un modo o nell'altro un numero uno ce lo avevi accanto.
sono un numero uno, sono un numero primo, sono il primo perchè non me ne frega niente del lavoro
della pensione
della liquidazione
di te che mia hai liquidato non appena ti sei resa conto che la mia difficoltà sarebbe stata anche la tua
testadicàzzo
io
adesso
mi sento
libero.

dietro un tornante mi attende un breve tratto piano, apro appena il finestrino per annusare l'aria. il tanfo del diesel del TIR è forte, sono molto vicino, niente più spazio per i pensieri mi preparo per tutta l'attenzione che ci vorrà per un sorpasso su una strada di montagna.
respiro profondo
poi
al centro della carreggiata a metà del tratto piano e diritto vedo una macchia nera
qualcosa
di corposo
immobile
scuro
in mezzo alla strada
che guarda me.
rallento e cerco di capire meglio. c'è una gallina bruna sulla riga bianca della mezzeria, sta in piedi ferma in una pozza di merda, se l'è fatta sotto, mi guarda negli occhi e non capisco. la evito scartando morbido verso l'altra corsia, lei resta ferma ma si gira per guardarmi ancora.

raggiungo finalmente il TIR, trasporta pollame e in alto sulla sinistra vedo una stìa aperta sulla quale un'altra gallina, stavolta tutta bianca sta in bilico.
tra il TIR e la strada
tra la stìa e la libertà
all'improvviso capisco lo sguardo della gallina bruna
è libera e non sa perchè, non capisce come
non credo nemmeno riesca a capire di essere finalmente libera, è probabile che lei la libertà non l'abbia mai nemmeno provata in vita sua.
quindi non sa cos'è
ne ha addirittura paura
s'è cagata addosso, perfino
e mi guardava dritta negli occhi per dirmi cosa?
"che culo che ho avuto a scamparla dalla ditta che m'avrebbe confezionato in porzioni da 200 comodi grammi"?
"cosa me ne faccio di una libertà che nemmeno conosco"?
"mi mancheranno le mie compagne"?
"stai per travolgermi?"
oppure
più semplicemente
"e tu .. tu .. cosa ci farai della tua nuova libertà? ti nasconderai in un cespuglio per scampare alle volpi o nutrirai la speranza che una macchina pietosa la faccia finita presto"?

accelero, supero il TIR suonando il clacson, metto le quatto frecce. ci fermiamo proprio in cima al passo che prelude alla lunga discesa verso il tirreno.
lo avviso che una delle stìe è aperta e che sta perdendo il proprio carico.
la gallina bianca è lì, ancora titubante, a metà strada tra svolazzare verso gli alberi a lato e rimanere con le altre compagne, verso un ben gramo destino, ma sconosciuto, credendosi forse al sicuro. chissà.


on air/

the weepies : : all I want

via can you see the sunset?

27 novembre 2009

12 novembre 2009

scorre il fiume nel mio petto, cerca il suo mare


artwork : : BiRò

 




il mio bosco è una foresta, il mio orrore
cammino,
mastico parole
lascio briciole per un ritorno eventuale

non di solo pane
ma poco più che pioggia, le lacrime
niente bianco&nero
tutto è solo più che grigio

io non voglio stare fermo qui
se il movimento è la vita,
se tutto scorre
io non voglio stare immobile

e non voglio nemmeno scrivere che la musica di Giuliano Dottori somiglia a questo o quello, che ricorda chi, incasellarla inserendola a spintoni in un genere. perché fondamentalmente ormai si cammina per boschi con tutt'altro nella testa.
nella pancia la sua musica, le sue parole e i gesti.
nel cuore solo l'amore per chi, di mattina, al risveglio, ha il respiro che profuma di sogni a colori.


nota di merito per gli arrangiamenti live e la ristrutturazione vocale dei brani del primo disco, nota di merito per Mauro Sansone, percuotitore di tamburi, piatti, perfino chiavi e qualsiasi cosa potesse essere utile, demerito per l'ora tarda d'inizio ma quello è colpa mia che ho risvegli problematici, al mattino.

6 novembre 2009

14/11



noi si sarà lì ..
aperitivo lungo, ingresso gratuito, tappeto sonoro, letture di scritture, qualche poesia, un piccolo ricordo di Alda Merini, ospite a sorpresa che leggerà una cosa tanto tanto carina, sonorizzazioni improbabili, improvvisazioni obbligate, umanità varia ed eventuale. meglio che la tele.

il mood sarà tipo ..

flunk : : karma police

4 tet : : iron man

tipo ..

3 novembre 2009

11/11 @ lian club



difenditi dal giorno
difenditi da te
come un ritorno
non capire cosa accade
non ritrovarsi e in fondo in fondo non sperarlo più
a volte ti basta tenerti stretto un ricordo

scritture cicliche, rotonde, evocative
che bastano così
che neanche una sola parola in più

e tutto il senso in fondo in fondo lo ritrovi lì
a volte ti basta tenerti stretto un ricordo



scritture pure
di quelle che ognuno di noi che s'affanna sulla tastiera vorrebbe almeno una volta veder scorrere così
facili
dure
penetranti eppure lievi
delicate
che fanno male come fissarsi su una foglia che cade.
e poi la musica ..


on air/

giuliano dottori : : tenerti stretto un ricordo