5 maggio 2012

era di maggio






Un'altra tastiera, magari bianca e intonsa come questo foglio, potrebbe aiutare.
O un altro rumore
qualsiasi cosa che non sia il treno che ho nella testa
quella cosa che sembra stia sempre lì lì per deragliare
e che poi corre dritta per la sua strada.
Incrocia a tempo sincopato la mia che zigzaga, invece.
Il dolore al tallone non mi fa più eroe, Troie ce n'è in abbondanza
e di cavalli nemmeno l'ombra
i re hanno corone invisibili che portano con eleganza
e non ci sono bambini a dir loro che sono nudi.
Per la disperazione c'è sempre il tempo, sembra dire l'orologio della stazione
gocce di pioggia ormai asciutte sono righe perpendicolari a un dolore comune
binari e fetore, tic tac e attese inutili.
Le parole futili che trovi a fatica
si perdono tra quelle scritte sui muri
o che rimbalzano sussurrate negli angoli
al buio.
Gocce orizzontali
le parole che non trovi.
Non c'è ombrello che le fermi.
O una tastiera, bianca.


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