16 settembre 2014

la vita è un ospedale (da un incipit del lonfo)

La vita a volte è strana, tanto quanto gli esseri che la animano. 
Mettete un ospedale, per esempio, dove c'è la signora Egle che di continuo suona il campanello per chiamare l'infermiera di turno.
Vuole assolutamente essere spostata di letto perché il riscaldamento, dice, è troppo vicino e le secca la gola e così deve bere di continuo ma la cosa ovviamente la costringe ad alzarsi di frequente per andare a far la pipì e le ginocchia le dolgono tanto, ma tanto, così tanto che ogni volta rischia di cadere.
Magari starebbe meglio accanto alla finestra, potrebbe così guardare fuori e distrarsi un po' e di sicuro penserebbe meno alle giunture dolenti.

Non si potrebbe

replica tranquilla l'infermiera,

ma chiederò alla caposala...


Non ci penso proprio, io da vicino alla finestra non mi muovo!

Immediata la reazione della giovane occhialuta con una pila di libri sul comodino, cuffiette nelle orecchie e nessuno che la venga a trovare il pomeriggio durante l'orario di visita.

Non per cattiveria

insiste

ma proprio per una questione di clorofilla

La signora Egle sbuffa, il volto dell'infermiera diventa simile a un punto interrogativo.

Se non prendo abbastanza luce non ne produco a sufficienza e allora mi si torce la colecisti, s'indignano le surrenali, il duodeno non sopporta il digiuno e l'amigdala ha paura dell'ippocampo...

L'autorevolezza degli argomenti, sostenuti dal peso di tutti quei libri sul comodino, zittiscono la signora Egle, mentre una strizzatina d'occhio furtiva all'infermiera mette subito le cose a posto.
O almeno per un po'.

on air/
francesca vannucci : : all i need (radiohead cover)

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